Tui shou, comunicare senza parole nella pratica delle discipline interne

Con la pratica del Tui Shou abbiamo la possibilità di sperimentare la differenza tra le nostre reazioni ed i nostri comportamenti, il tempo che impieghiamo per adottare l'uno o l'altro e quanto la volontà può influire sul nostro carattere.
Sebbene la più conosciuta modalità di pratica delle discipline interne sia la esecuzione individuale di movimenti specifici in una sequenza coordinata e prestabilita comunemente e conosciuta come “Forma”, questa non è l'unica prevista, ed anzi ve ne sono altre che in qualche modo la completano ed arricchiscono.

Tra queste vi è senz'altro il “Tui Shou”, termine cinese che viene tradotto come “mani a contatto” oppure “mani che spingono”, esprimendo già nel nome quella che è l'essenza e l'apparenza della pratica, che viene eseguita in coppia ed ha – tra i vari obbiettivi – quello di sviluppare stabilità, sensibilità, reattività, senso della distanza e tempismo, consentendo anche ai praticanti di affinare le loro qualità tattiche e strategiche gestendo la aggressività e cercando di squilibrare l'avversario non di forza ma, mantenendo continuamente il contatto con avambracci e mani, rispondendo alle spinte dell'avversario cedendo e deviandole fino a che uno dei due sente l'altro in uno stato di equilibrio precario ed applica il minimo sforzo per squilibrarlo.

Il significato del nome

Come in altre occasioni, cominciamo la nostra riflessione proprio partendo da una analisi del nome, o meglio, dai caratteri che lo compongono. “Tui Shou” è scritto in cinese con due caratteri, ovvero: 推手. Il secondo di questi (c'è un motivo percui partiamo da questo, e lo scopriremo tra poco) si legge  “Shǒu” ed è un pittogramma, ovvero un carattere che riproduce graficamente – sia pure  in maniera stilizzata – l'oggetto che vuole rappresentare. In questo caso si tratta di una  mano completa di dita , dove il tratto superiore è il dito medio piegato, mentre i tratti orizzontali sono ciascuno due dita. 

Il primo carattere si legge invece “Tuī” ed ha diversi significati, tra cui “spingere”,  ma anche ritardare, posticipare, mettere da parte, respingere, bocciare, archiviare. Si tratta di un carattere fonosemantico, ovvero composto da due elementi in cui il primo esprime un concetto o un significato ed il secondo il suono, ovvero il modo in cui pronunciarlo.

Nel nostro caso i due elementi sono rispettivamente 扌 (“mano”, che abbiamo già analizzato) e  隹 che preso singolarmente si pronuncia  “Zhuī” e rappresenta un uccello dalla coda corta, come ad esempio un passero. Questo carattere in realtà è frequentemente usato – come in questo caso – come componente di un carattere più complesso, che spesso ha poco o nulla a che vedere con il significato del carattere originario. Perché questi due caratteri che rappresentano una mano vicino ad un passero vengano utilizzati insieme per esprimere il concetto di “spingere” non è chiaro, probabilmente c'è l'idea di scacciare o allontanare gli uccelli dai campi di cereali per evitare danni al raccolto, ma è solo una ipotesi.

Specchio e riflesso

Come abbiamo già detto, la pratica di Tui Shou si esegue in coppia e ciascuno dei due praticanti – attraverso l'altro – si muove cercando di percepire non solo i punti di forza e di debolezza e le posizioni di stabilità e squilibrio dell'altro ma anche – se non soprattutto – le proprie. Ciascun praticante rappresenta quindi lo specchio ed il riflesso dell'altro e questo concetto fa del Tui Shou correttamente inteso non un combattimento o una gara a sconfiggere il partner, ma piuttosto un momento di lavoro condiviso in cui si lavora al fine di un obbiettivo comune.

Vedremo più avanti le varie modalità di esecuzione e quanto alcune di queste ssi prestino anche ad una applicazione agonistica, ma è bene rimarcare che non è questo lo scopo primario di questo esercizio, che rappresenta anche un metodo fondamentale per esplorare il gesto e l'efficacia delle applicazioni marziali praticate nella forma individuale, oltre ch una sorta di sviluppo ed evoluzione delle forme statiche eseguite del Zhan Zhuang e nel Tom Ma.

Spingere, ma non solo

Sebbene nel nome il Tui Shou contenga esplicitamente l'azione di spingere con le mani, questa non è la unica azione che viene eseguita in questa modalità di pratica, che infatti prevede l'impiego delle mani e delle braccia per spingere, tirare, scuotere e squilibrare il partner, mantenendo al tempo stesso il nostro equilibrio, cercando in altre parole di fare all'avversario quello che lui vorrebbe fare a noi. Come detto però, sebbene ad un livello di pratica avanzato il Tui Shou possa configurarsi quasi come uno sparring e siano previste delle competizioni, sarebbe però riduttivo limitare solo a questo aspetto una pratica molto più ricca.

L'aspetto più o meno marziale di questa pratica è quello che – per certi aspetti – rende evidenti le origini delle discipline interne come il Tai Chi Chuan o il Ba Gua Zhang e le tecniche di attacco e difesa contenute nel loro curriculum tecnico, anche se non va trascurato l'aspetto “terapeutico” (volutamente tra virgolette) che può assumere una sessione di Tui Shu, estendendo così la metafora delle arti marziali al concetto di crescita personale e autosviluppo. 

La  pratica del Tui Shou non è fine a se stessa, ovviamente, non è – ripetiamolo angora una volta – una gara contro qualcuno, anche se ci sono delle competizioni, è anche e soprattutto un metodo per sviluppare concentrazione, controllo e sensibilità, perché – ieri come oggi, sul campo di battaglia non si può fare a meno di prestare attenzione ed essere sensibile ai cambiamenti di scenario intorno a noi. In una battaglia, se perdi il contatto con ciò che avviene nel nostro campo d'azione, il rischio (se non la certezza...) è di perdere la vita.

Non solo marziale


Se uno degli scopi della pratica delle forme di Tai Chi Chuan o Ba Gua Zhang è guidare il Qi e distribuirlo all'interno del nostro corpo in maniera fluida e armonica, la pratica del Tui Shou dovrebbe consentirci di raggiungere lo stesso obbiettivo affrontando un attacco più o meno rallentato. 

E' uno dei modi in cui la pratica delle discipline interne ci prepara alla vita reale ispirandosi a ciò che ci accade nel quotidiano, poiché tutti noi sappiamo che la vita continua a scorrere intorno a noi sempre e comunque, con i suoi avvenimenti piacevoli o negativi, indipendentemente dal fatto che noi siamo più o meno pronti ad affrontarli.

La filosofia espressa da principio dualistico dello Yin e dello Yang evidenzia la dinamicità della vita ed il suo costante cambiamento; diverse forza naturali, sociali, economiche ed emotive sono all'opera per influenzare le nostre azioni e condizionare il nostro comportamento ed essere consapevoli di questa condizione e sviluppare la capacità di mantenere i nostri equilibri richiede una attenzione costante.

La pratica del Tui Shou ci consente di apprendere i principi essenziali delle discipline interne senza i rischi connessi alla esecuzione di pugni, calci, percosse, proiezioni e leve articolari effettuati a piena potenza ed ha l'ulteriore vantaggio di essere una delle poche pratiche di autosviluppo che agisce in un campo – come quello delle relazioni interpersonali - in cui si verifica effettivamente una situazione di stress.

Spingere le mani mette in luce il fatto che quasi tutti noi abbiamo radicato — quasi inconsciamente — modelli di azione/reazione al conflitto ed al confronto.

Essere consapevoli certamente nor risolve i problemi, ma altrettanto sicuramente è il primo, indispensabile passo per impostare relazioni più sane e armoniche. Il passo successivo è constatare che noi abbiamo la possibilità di scegliere la possibilità di reagire a determinate situazioni in maniera diversa da quella istintiva. In altre parole, ad una reazione, spontanea, naturale e non razionale possiamo sostituire un comportamento che, in qualità di esseri umani, abbiamo il potere, la possibilità ed a volte il dovere di adottare.

In conclusione...

Con la pratica del Tui Shou abbiamo la possibilità di sperimentare la differenza tra le nostre reazioni ed i nostri comportamenti, il tempo che impieghiamo per adottare l'uno o l'altro e quanto la volontà può influire sul nostro carattere. C'è però ancora un altro passo che possiamo fare, ovvero sperimentare in pratica tutto questo in un ambiente sano e ragionevolmente sicuro, in cui possiamo forgiare il nostro carattere così come riabiliteremmo un muscolo atrofizzato da una lunga immobilità.