Yin e Yang, le polarità universali

Nella filosofia cinese la condizione di equilibrio è considerata come una situazione dinamica e sempre in costante divenire piuttosto che uno stato fisso e valido per sempre. In altri termini, l'equilibrio è un "equilibrio in movimento" come quello di un funambolo che si sposta – passo dopo passo – su una corda tesa tra due pilastri.
Tra i concetti forse più noti (ma non per questo correttamente compresi!) anche da chi non ha una profonda esperienza nel campo della cultura orientale c'è senza dubbio quello della duplice polarità espressa dai termini Yin e Yang.

Questa espressione della filosofia cinese è spesso vista in maniera riduttiva come l'accoppiamento di positivo e negativo o maschile e femminile. In realtà, yin e yang dovrebbero essere intesi come l'accoppiamento di tutti gli opposti tra loro complementari, ovvero le possibili estremità di qualsiasi spettro di variazione.

Il significato dei caratteri 


I caratteri cinesi utilizzati per yin e yang raffigurano il versante di una montagna. Un versante in ombra è yin 陰, mentre un versante alla luce del sole è yang 陽. 

Ma nonostante appaiano due elementi in opposizione e per certi aspetti incompatibili,è di tutta evidenza che ci vogliono entrambi i versanti per fare una sola montagna, così come ci vogliono sia yin che yang per assicurare l'equilibrio dinamico in qualsiasi situazione.

Di fatto, ogni caratteristica fisica può essere espressa come l'effetto della unione di due opposti complementari, che al loro reciproco estremo rappresentano qualità evidentemente diverse tra loro, che possono essere iscritte in uno dei due elementi della coppia yin – yang.

Yang è maschio; yin è femmina. Yang è l'ascesa; yin è il discendente. Yang è l'espansione; yin è la contrazione. Yang è attivo, yin è il passivo (riposo). Yang è caldo, yin è freddo. Lo yang è duro, lo yin è morbido e così via.

Attenzione, però, perché tutti questi stati sono sempre da contestualizzare alla situazione in cui si esprimono, e quindi ciò che è yang in una circostanza può essere yin in un'altra. Un adulto può essere yin rispetto ad un bambino ma yang rispetto ad un anziano; alla stessa maniera il mattino è yang rispetto alla notte ma yin rispetto al mezzogiorno, e così via.

Un simbolo universale


Un'immagine del simbolo yin-yang potrebbe aiutare a capire il concetto di yin e yang. Una delle rappresentazioni più note è il diagramma chiamato Tai Chi Tu, che è solitamente raffigurato come un cerchio diviso da una linea curva a S, creando due metà che – vista la loro forma - sono spesso descritte come pesci, e non a caso in molte opere d'arte cinesi vengono utilizzati proprio due pesci per rappresentare lo yin e lo yang. 

In questo caso, un pesce, una metà del diagramma, è di colore chiaro ed è destinato a rappresentare lo yang, e l'altro è scuro ed è destinato a rappresentare lo yin, ma questo è solo uno dei particolari che possiamo notare. Infatti – come per tutti i simboli – anche in questo sono contenute una serie di immagini che a volte non cogliamo subito nel loro complesso significato, ma che nonostante ciò riescono a risvegliare una serie di riflessioni.

Notiamo, ad esempio, che ciascuno dei due “pesci” pesce ha un'estremità più larga e una più stretta, che vanno ad indicare uno stato "massimo" e "minimo". Il passaggio da un estremo all'altro è graduale e progressivo, ad indicare che le condizioni naturali normalmente evolvono in maniera progressiva e graduale e non – salvo sporadiche eccezioni – per salti improvvisi.

Inoltre questo rimarca che le due condizioni passano entrambe da un minimo ad un massimo, non potrà quindi darsi una situazione in cui i due stati abbiano uno sviluppo squilibrato. Se lo yang passa da 10 a 90, lo yin deve contemporaneamente passare da 90 a 10 e viceversa. Se i due estremi sono diversi per i differenti stati avremo una condizione di deficit o di eccesso che sono quelle su cui – in Medicina Tradizionale Cinese – si interviene per risolvere alcune patologie che danno origine a malesseri e malattie.

Altra condizione espressa dal simbolo è la complementarietà delle due condizioni: al crescere dell'una corrisponde la diminuzione dell'altra, in maniera reciproca. Non si può quindi avere una crescita o una diminuzione di entrambe, come possiamo constatare in qualsiasi fenomeno naturale. All'alba l'oscurità della notte diminuisce all'aumentare della luce del giorno, ed il contrario avviene al tramonto. 

Non si possono quindi avere yin e yang entrambi al massimo o al minimo, si tratterebbe di una condizione innaturale e – in alcuni casi – oltremodo pericolosa, come ad esempio drammaticamente dimostrano in questi ultimi anni i disastri climatici a cui stiamo assistendo, con inverni torridi e nevicate primaverili. Proseguendo l'esempio precedente, se i due stati possono passare da un minimo di 10 ad un massimo di novanta la loro somma in qualunque momento intermedio della transizione deve essere sempre 100, sia che sia il risultato di un 20 più 80 o di un 50 più 50.

Un costante cambiamento


Il fatto che abbiamo indicato la condizione minima e massima rispettivamente con un 10 ed un 90 e non con uno zero ed un cento è rappresentato dal puntino nero nella parte più ampia del pesce bianco e dal  puntino bianco nella parte più ampia del pesce nero. Questo esprime il concetto che nessun fenomeno sarà mai completamente yin o yang ma, seppure in minimissima parte, vi sarà sempre un po' di yin nello yang ed un po' di yang nello yin. Questo aspetto possiamo analizzarlo sotto molti punti di vista, da quelli più evidenti mostrati dalla natura (anche nella notte più scura brillano le stelle ed anche nel giorno più soleggiato abbiamo l'ombra di un albero) ad altri più filosofici (anche la più grande felicità ha un po' di dispiacere ed anche nel più grande dolore possiamo avere lo sprazzo di un sorriso) e morali (anche il peggior delinquente può esprimere un momento di bontà ed anche il migliore degli uomini può cedere ad una azione scorretta).

Un aspetto che non sempre invece viene colto subito ma che è facile comprendere in base a quanto abbiamo detto, è che la immagine del Tai Chi Tu non deve essere considerata fissa ed immutabile ma è piuttosto una ruota in costante movimento, così come in costante variazione sono tutti i fenomeni naturali. Infatti, nell'universo yin e yang interagiscono costantemente e lo yang si sposta  
verso lo yin nello stesso modo in cui il giorno diventa sempre notte, mentre lo yin si muove sempre verso lo yang, proprio come la notte più buia procede verso il giorno. 

Nella filosofia cinese la condizione di equilibrio è considerata come una situazione dinamica e sempre in costante divenire piuttosto che uno stato fisso e valido per sempre. In altri termini, l'equilibrio è un "equilibrio in movimento" come quello di un funambolo che si sposta – passo dopo passo – su una corda tesa tra due pilastri.

Naturalmente, sappiamo tutti che la vita reale non è fatta solamente di “minimo” e “massimo” ma di infiniti stati intermedi, ed è proprio per questo che – come abbiamo detto – l'ampiezza dei due “pesci” varia progressivamente e non con bruschi cambiamenti. Si tratta insomma della luce di un grande fuoco che nasce da un piccolo fiammifero e via via diventa più luminoso sino a bruciare tutto il combustibile disponibile ed estinguersi progressivamente lasciando solo grigia cenere e qualche brace ardente, piuttosto che del bagliore di una lampadina elettrica che squarcia le tenebre agendo con un piccolo gesto su un interruttore.

Dal bianco e nero all'arcobaleno


La condizione di costante cambiamento della realtà è espressa – come abbiamo detto – dalle progressive variazioni di ampiezza delle due parti componenti il Tai Chi Tu. E' altrettanto vero però che la sua tipica rappresentazione utilizzando due soli colori in qualche modo estremizza un concetto che è molto più variegato. Vero è che ancora oggi molti fotografi preferiscono le immagini  in bianco e nero nelle rappresentazioni artistiche dei soggetti ritratti, ma è altrettanto vero che nessuno di noi oggi assisterebbe ad un film o ad uno spettacolo rinunciando alla praticamente infinita gamma cromatica offerta dai moderni apparecchi televisivi.

La realtà – in altre parole – è ben difficile da rappresentare utilizzando due soli stati, seppure impiegati nelle loro molteplici sfumature. Certo, tutta la moderna tecnologia informatica si basa su un codice binario fatto di 1 e 0 e molte antiche religioni hanno utilizzato (ed utilizzano ancora oggi) due divinità contrapposte per esprimere concetti trascendentali, ma tutti noi abbiamo sperimentato come anche la valutazione del rendimento scolastico di un bambino sia ben difficile da ridurre in una scala numerica anche abbastanza ampio, sfociando un votazione come “sette più”, “tre meno meno” oppure “cinque e mezzo”.

Una prima evoluzione la si è avuta quando ai due stati di yin e yang si è unito uno stato intermedio di variazione, che è servito proprio a rimarcare questo costante movimento di adattamento.

Questo aspetto è profondamente radicato nella pratica della Scuola del Vecchio Stile Fu, tanto che in tutti i video didattici disponibili sulla piattaforma https://www.wudang.it/corsi-on-line.html appare rappresentato da un cerchio suddiviso in tre spicchi di diverso colore.

Le tre gocce e la Triplice Armonia


Questa immagine viene indicata come “San Cioi”, che si può tradurre come “tre gocce”, ed esprime la triplice armonia (“Hao” o la suprema vacuità (“Wo”), che costituirebbe l’antico simbolo del Taoismo, creato dall’Imperatore Huang Ti nel 3000 a.C. ma probabilmente ispirato ad immagini già conosciute dal Maestro Ch’ih Sung Tzu nell’8.000 a.C. 

Altri studiosi avanzano l’ipotesi che questo simbolo fosse già conosciuto almeno duemila anni prima e che sia alla base dello sviluppo dell’I Ching, libro sapienziale basato sulle mutazioni dei trigrammi del Ba Gua.

Il simbolo della Triplice Armonia fu originariamente concepito con i colori Bianco (la forza positiva Yang che si espande), Nero (la forza negativa Yin che ci contrae) e Grigio (la forza neutra Wo che attende) e solo successivamente ne fu sviluppata una versione con i colori giallo, verde e rosso. 

La versione a colori aiutò gli studiosi a rendere più chiari i legami tra il simbolo ed i concetti filosofici ad esso collegati ed a rendere più evidente la relazione con la Grande Triade prima citata; infatti in questo caso il Giallo rappresenta la Terra, il verde rappresenta gli esseri viventi e quindi l’Uomo ed il Rosso, richiamando il colore del sole, rappresenta il Cielo.