Storia e applicazioni del ventaglio cinese

Poche armi come il ventaglio riescono a riunire la marzialità e l'eleganza in una apparenza semplice ma profondamente articolata

In uno degli articoli già pubblicati sul nostro blog (clicca QUI per leggerlo), abbiamo analizzato i rapporti tra la Tigre ed il Drago, due animali che hanno profondi legami con la storia e la pratica delle discipline interne di origine cinese.

In quella occasione, abbiamo accennato come questi animali – tra storia e leggenda – incarnino i due aspetti della pratica, ovvero quello che analizza le applicazioni marziali (Wu) e quello che studia gli effetti sul benessere del praticante (Wen).

Molto più che un accessorio di abbigliamento

Come è noto a chi frequenta le attività della Wudang Fu Style Academy, tra i vari corsi che sono presenti nel curriculum tecnico della Scuola diretta dal Maestro Severino Maistrello, c'è quello che studia la forma e le tecniche del ventaglio cinese, un accessorio apparentemente semplice ma che invece racchiude interessanti possibilità di pratica.

Come già fatto in passato, cominciamo la nostra analisi partendo dall'ideogramma (shān) che indica il ventaglio. Si tratta di un carattere composto da due ideogrammi, (porta) e (piuma), dove il primo richiama la forma pitta e larga del ventaglio stesso ed il secondo il materiale che per millenni è stato quello con cui questo accessorio è stato realizzato.

Possiamo infatti affermare che il ventaglio è da sempre presente in tutte le società, tanto orientali che occidentali, con il duplice scopo di smuovere l'aria per combattere il caldo ed allontanare gli insetti. E' facile immaginare che questi impieghi principali facessero si che il ventaglio fosse appannaggio delle classi più ricche, nobili ed aristocratiche, che lo resero un accessorio elegante e raffinato del loro abbigliamento, realizzandolo con materiali sempre più preziosi.

Le stecche che costituiscono il telaio portante sono state realizzate in legno, bambù o metallo, mentre il pannello poteva essere di carta, stoffa o seta, riccamente colorato o intessuto di fili preziosi. Anche in questo caso, la maestria degli artigiani raggiunse risultati impressionanti, ed abbiamo oggi ventagli che sono delle vere e proprie opere d'arte, con disegni ricchi di particolari, finissimi intagli e sontuose decorazioni.

Inseparabile compagno di nobili e funzionari delle corti imperiali, il ventaglio divenne protagonista non solo nelle dimostrazioni di raffinata eleganza ma anche nelle trame degli intrighi di potere che intrecciavano complotti, tradimenti e agguati.

Se quindi dietro un ventaglio aperto una vezzosa dama poteva celare il proprio volto allo spasimante troppo focoso, una rapida apertura o un fulmineo sventolio poteva indirizzare verso il volto e gli occhi del malcapitato uno sbuffo di polvere urticante o – peggio – una sostanza velenosa.

Dietro una apparenza elegante e sinuosa come un Drago si poteva celare quindi un'arma letale come una Tigre, e questo ci porta a scoprire un aspetto meno conosciuto del ventaglio.

Un arma che non è un'arma

Elegante e raffinato, il ventaglio era (ed ancora è, in determinati ambienti sociali) il compagno inseparabile di uomini e donne della “buona società”. Portarlo con sé ad un ricevimento, ad un pranzo di gala o ad una occasione mondana non avrebbe destato nessun sospetto e – anzi – in alcuni periodi storici sarebbe sembrato persino scortese esserne privi.

In ambienti e periodi in cui era vietato indossare armi alla presenza del sovrano o in occasioni formali, il ventaglio divenne quindi uno strumento capace tanto di una efficace difesa che di un micidiale attacco. Alla possibilità di lanciare veleni o sostanze tossiche o accecanti a cui abbiamo prima accennato, possiamo aggiungere altre tecniche altrettanto efficaci: alcuni ventagli avevano il bordo tanto affilato da poter essere usato come una vera e propria lama verso gli arti o il collo del malcapitato bersaglio; altri avevano le stecche che terminavano con punte acuminate e taglientoi oppure con ganci ed uncini in grado di graffiare o squarciare vesti e carni, con effetti ancora più devastanti quando venivano avvelenati o coperti da sostanze infette. Alla stessa maniera, stecche e telo abbastanza robusti potevano essere impiegati, a ventaglio chiuso, per premere punti dolorosi, percuotere o parare un eventuale attacco armato. Una ulteriore strategia era quella di nascondere all'interno del ventaglio chiuso lame, coltelli o frecce, da lanciare contro un bersaglio ravvicinato.

Altro aspetto da non sottovalutare, è l'effetto psicologico causato dal rumore secco provocato dalla rapida apertura del ventaglio effettuata con un breve movimento del polso, uno schiocco che poteva distrarre o sconcertare un assalitore o una vittima per l'istante necessario a concretizzare un attacco o una difesa efficace. Alla stessa maniera, in maniera simile ai drappi di stoffa legati al manico della sciabola, al ciuffo di crine ala punta della lancia o alla nappa legata al manico della spada, il ventaglio poteva essere usato per distrarre o nascondere alla vista di un avversario i movimenti di chi lo impugnava, al fine di consentirgli una più efficace esecuzione delle tecniche di attacco o difesa che intendeva applicare.

Nella pratica delle discipline interne, il ventaglio può ottimamente affiancare anche lo studio delle armi, quando ci si dovesse sentire in imbarazzo o a disagio – per motivi etici o religiosi - nello studiare tecniche che avevano lo scopo di togliere la vita ad altri uomini.

Energia in movimento

E' proprio il gesto della apertura del ventaglio a rappresentare, per certi aspetti, la abilità di chi lo utilizza; al pari della sottile e letale lama di una spada, un gesto sbagliato può causare il fallimento della tecnica e la distruzione dell'arma stessa, ed anche chi non abbia alcuna esperienza nell'utilizzo di un ventaglio ai fini marziali può facilmente rendersi conto dalla armonia dei gesti e dalla rapidità di esecuzione del livello di esperienza di chi lo utilizza.

Ecco quindi che, al fianco delle applicazioni marziali, il ventaglio diventa un compagno di pratica utilissimo e sincero nel mostrarci l'equilibrio della nostra postura, la fluidità dei movimenti, la capacità di esprimere la nostra “forza esplosiva” e la abilità nel passare istantaneamente da una tecnica lenta ed avvolgente ad un'altra rapida e diretta.

Quella che può apparire agli occhi di un profano una danza aggraziata, si rivela invece come una pratica profonda e coinvolgente adatta a tutte le età, capace di coinvolgere tutto il corpo tonificando i muscoli, stimolando i tendini (soprattutto del braccio, delle dita e del polso), migliorndo la mobilità articolare digitale, favorendo la coordinazione motoria e migliorando l'equilibrio.

Sventolare con grazia ed armonia un ventaglio calma la mente, allontana i pensieri e placa lo spirito, costituendo un esercizio semplice ma efficace nel diminuire lo stress e le tensioni psicofisiche.