Per aspera ad astra

Nella pratica delle discipline interne come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pa Kua Chang, sin dall'inizio è necessario mantenere sempre la struttura corretta sia nelle forme di base che nei movimenti complessi e poi - basandosi sulle nozioni di base - approfondire ulteriormente quanto già appreso per comprendere il significato più recondito di posture e movimenti.
Scoprire il significato e l'origine dei termini che vengono impiegati nella pratica delle discipline interne di origine orientale è particolarmente interessante perché consente di conoscere una ampiezza di significati che spesso vanno persi o trascurati nella semplice traduzione.
A questo arricchimento contribuisce notevolmente l'analisi dei caratteri scritti, che essendo in massima parte ideogrammi o pittogrammi, riproducono graficamente una idea, un concetto o – addirittura – l'immagine sintetizzata di ciò che si vuole indicare.

Valga ad esempio il significato dei caratteri 級 (ji) e 段 (duan) con cui indichiamo rispettivamente la gerarchia dei praticanti principianti ed esperti. Nel caso di 級, il carattere di sinistra rappresenta semanticamente una matassa di filo di seta, mentre il carattere di destra ha il significato di estendere, raggiungere, con il significato complessivo che maggiore sarà la nostra esperienza, più agevolmente e velocemente riusciremo ad eseguire un compito impegnativo e delicato come quello di svolgere un bozzolo di seta senza spezzare il sottilissimo filo.

Altrettanto interessante è il risultato della analisi di  段, in cui il carattere di sinistra ricorda una scala e probabilmente rappresenta una mano con le dita aperte mentre quello di destra esprime il concetto di una attività che richieda abilità ed esperienza, con il significato complessivo che in questo caso evidenzia la capacità di realizzare un'opera d'arte precisa nelle misure e nelle proporzioni, come potrebbe essere – ad esempio – una scala i cui i pioli devono essere egualmente distanziati tra loro ed i pilastri laterali avere la stessa lunghezza per far si che la scala stessa sia equilibrata ed “a piombo” al fine di evitare rovinose cadute a chi dovesse utilizzarla.

L'immagine di una scala che sale in alto con il significato di un progresso personale, tanto pratico quanto spirituale, è peraltro universalmente condiviso, e lo ritroviamo tanto in questo caso che – solo per citare un esempio – nella immagine biblica della scala di Giacobbe.

Nell'immaginare quindi il nostro percorso nella pratica delle discipline interne non dobbiamo pensare tanto ad una serie di tappe in cui “una tantum” sosteniamo degli esami per il passaggio di grado, quanto ad una progressione continua e costante in cui – giorno dopo giorno – aumentiamo la nostra esperienza ed abilità.

Costruire sulle basi

Ogni costruzione che voglia essere stabile, equilibrata e duratura deve procedere secondo fasi ben definite; sarebbe impossibile costruire un edificio di più piani senza realizzare prima le fondamenta e poi i muri perimetrali ed infine quelli divisori interni, alla stessa maniera, nella pratica delle discipline interne dobbiamo rispettare una sequenza che ci permetta di acquisire progressivamente le abilità necessarie al nostro progresso.

Ovviamente ogni disciplina ha le sue peculiarità, e nell'ambito della stessa disciplina possiamo rilevare anche differenze tra diversi Stili o Scuole e – addirittura – nell'ambito dello stesso Stile, tra insegnanti diversi, ma assodato questo possiamo comunque individuare delle tappe che sono valide per tutti.

Ad esempio, possiamo affermare che  principianti devono prima porre più enfasi sulla "forma fisica" e meno su quello che possiamo definire "intento mentale"; il primo obbiettivo della pratica è quello di cercare di riprodurre in maniera più esatta possibile quanto ci viene mostrato dal nostro insegnante e poi approfondire il significato “spirituale” di quanto stiamo eseguendo.

Addestrarsi a migliorare

Proviamo a ricordare quali sono state le tappe quando abbiamo imparato a scrivere: prima abbiamo riprodotto – in maniera via via più precisa – le lettere presenti sulla lavagna di scuola o nelle pagine del nostro abbecedario, abbiamo distinto tra maiuscole e minuscole e tra corsivo e stampatello, poi abbiamo capito le differenze tra lettere molto simili tra loro come la “b” e la “d” o la “p” o tra la “s” e la “z” e fatto la differenza tra lettere e numeri come tra la “O” e lo “0” o il “2” e la “Z” o la “l” e “1”.

Fino a qualche decina di anni fa la calligrafia era una materia che nelle scuola aveva una sua dignità e valutazione ed ancora oggi rimaniamo affascinati dalla regolarità dei caratteri miniati in antiche pergamene medievali o dalla grazia elegante di vecchi documenti manoscritti; oggi l'uso di computer e stampanti ha ridotto drasticamente la necessità di scrivere manualmente, alla cartolina con i saluti dalle vacanze o per gli auguri natalizi abbiamo sostituito un messaggio whatsapp, la lettere scritta con carta e penna è stata soppiantata dalle e-mail ed ai conti aritmetici ci pensa la calcolatrice, ma ancora adesso c'è chi – da pochi tratti di penna scritti a mano - può distinguere il carattere dello scrivente, ed è innegabile che una scrittura precisa ed ordinata è più piacevole da leggere rispetto ad una confusa e irregolare.
 
Così, lo scolaro che nei primi anni di asilo ha riempito pagine su pagine di aste e cerchi, ha preso dimistichezza con la tecnica manuale riuscendo infine a tracciare con mano sicura anche lettere più complesse e articolate, muovendo la mano e la penna in maniera libera ed apparentemente spontanea, pur nel rispetto delle regole della scrittura.

Giungi al traguardo attraverso le tappe

Lao-tze affermava che non chi corre veloce raggiunge il traguardo, ma chi non si ferma e procede con costanza. Questo vale naturalmente per tutte le attività che possiamo intraprendere una volta comprese le regole fondamentali che dobbiamo rispettare.

Così, nella pratica delle discipline interne come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pa Kua Chang, sin dall'inizio è necessario mantenere sempre la struttura corrette sia nelle forme di base che nei movimenti complessi e poi - basandosi sulle nozioni di base - approfondire ulteriormente quanto già appreso per comprendere il significato più recondito di posture e movimenti. 

Quando avremo colto correttamente il principio sottostante riusciremo agevolmente a coordinare il movimento delle diverse parti del nostro corpo, prestando attenzione al tempismo e al ritmo dei movimenti stessi. Raggiunta una sufficiente perizia, riusciremo a dimostrare le caratteristiche uniche dell'arte che pratichiamo in base alle nostre capacità acquisite, esprimendo il nostro spirito attraverso l'equilibrio psicofisico raggiunto. Praticando con attenzione e costanza miglioreremo progressivamente la nostra abilità, saremo in grado di stimolare e distribuire il Qi e controllare i vari "jin” senza enfatizzare una cosa a scapito dell'altra.

Piedi ben piantati a terra e sguardo all'orizzonte

In questo invito che Sifu Severino Maistrello – Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy e  successore del Gran Maestro To Yu, allievo diretto del Fondatore Fu Chen Song – è simbolicamente contenuta la raccomandazione di essere presenti nel “qui ed ora” ma allo stesso tempo avere ben chiaro quale sia la direzione della Via che stiamo percorrendo.

Come afferma un proverbio africano, da soli si viaggia veloci ma insieme ad altri compagni si viaggia felici, e così è importante non isolarsi quando si studiano la discipline interne, ma piuttosto praticare con altri compagni con cui confrontarsi costantemente. 

Osservare come le altre persone si allenano e cosa fanno può essere utile non solo per imparare dai più esperti o offrire un consiglio ai principianti, ma anche per “specchiarci” nella pratica altrui e trarre da questa utili indicazioni per migliorare la nostra esperienza. Nelle prime fasi della nostra pratica potremmo incontrare altri praticanti ma potremmo non essere in grado di dire esattamente cosa è più o meno corretto nei suoi movimenti, potremmo essere impressionati dai calci, dai pugni e dalle posizioni basse superficiali ed evidenti o da una pratica veloce ed esplosiva con le armi senza poter valutare appieno come e quanto questi movimenti siano marzialmente efficaci o biomeccanicamente corretti perché non conosciamo e non comprendiamo a sufficienza i principi alla base della pratica stessa.

Col tempo, la nostra comprensione e percezione aumentano e gradualmente vedremo sempre meglio le sottigliezze e le sfumature meno evidenti che sottolineano ogni esecuzione, diventando capaci di articolare le nostre opinioni in modo costruttivo. Questo non significa ergersi su un piedistallo e distribuire commenti sprezzanti sulla pratica altrui ma piuttosto comprendere se e quali progressi abbiamo fatto valutando ciò che vediamo ed usandolo come uno specchio, imparando da chi fa meglio di noi e considera gli errori altrui come nostri per assicurarci di non ripeterli a nostra volta.

La pratica è maestra della pratica 

L'importanza dello studio teorico e della comprensione dei principi non sarà mai troppo affermata, ma è ovvio che la pratica migliora soprattutto attraverso la pratica stessa. La chiave del progresso è nella formazione teorica e nella esecuzione pratica. 
Non c'è scorciatoia. 
Il progresso nella pratica si consegue quando seguiamo i principi di base e ci alleniamo rispettandoli ed applicandoli senza eccezione, unendo la teoria con la pratica per ottenere il risultato corretto. 

Dobbiamo essere sempre consapevoli – quale che sia la nostra esperienza – che imparare i movimenti di una forma è facile, ma eseguirla correttamente no. Ecco perché, pur rispettando il corretto e legittimo desiderio di ampliare la conoscenza del curriculum tecnico della Scuola che seguiamo, dobbiamo rimarcare la necessità di studiare a fondo le forma di base, in maniera che queste siano sempre il “punto di riferimento” per far sì che tutto quanto studieremo dopo rimanga entro i principi perché - una volta che le regole ed i principi sono stati ben compresi – questi si manifesteranno chiaramente in tutti i movimenti e le posizioni.

Anche se c'è il detto "esercitati diecimila volte e il motivo sarà chiaro", dobbiamo avere una base su cui allenarci per procedere nella giusta direzione. Allenarsi regolarmente e in modo logico ci consente di mettere a frutto la nostra pratica, altrimenti, si compie un grande sforzo per ottenere uno scarso risultato. 

La esperienza dei Maestri insegna che una leggera deviazione iniziale porta a un errore enorme alla fine, per questo un buon studente deve essere subito in grado di analizzare consapevolmente la sua pratica, facendosi guidare da un buon insegnante ed osservando con attenzione i compagni più esperti. Potrà sembrarci un percorso lungo e complicato ma scopriremo che è l'unico in grado di consentirci di raggiungere il nostro obbiettivo, come afferma il motto latino che dà il titolo a questo articolo.