Zhan Zhuang, semplice ma non facile

Dobbiamo sempre ricordare che, sebbene le Discipline Interne come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pa Kua Chang coltivino il Qi interno, con il termine "interno" non ci riferiamo solo ai meridiani, al Qi, allo Shen o al Jing ma anche alle ossa, ai muscoli, ai tendini, ai legamenti, agli organi ed ai visceri.
Abbiamo analizzato tempo fa l'importanza dei piedi nella pratica delle discipline interne (clicca QUI per leggere l'articolo) e possiamo dire che se scopriamo l'utilità degli arti inferiori quando ci spostiamo, ne comprendiamo davvero l'importanza quando restiamo fermi.

A supportare l'affermazione precedente potremmo portare molte evidenze, ma ne citeremo qui solo un paio, per non annoiare troppo i praticanti esperti che già le conoscono e per non togliere ai principianti il piacere di scoprire da soli tutte le altre. 


Un tronco forte genera foglie rigogliose

Partiamo dal principio anzi, dai principi e tra questi sono compresi – come patrimonio comune e condiviso di tutte le Scuole e gli Stili - i cinque passi che costituiscono la serie del Wǔ Bù: Jìn bù (進步), passo avanti; Tùi bù (退步), passo indietro; Zǔo gù (左顧), passo a sinistra; Yòu pàn (右盼), passo a destra e Zhōng dìng (中定), posizione centrale, fermo in equilibrio. (clicca QUI per leggere l'articolo).

Notiamo che in questa serie è considerato come un passo anche il rimanere fermi, in una visione orientale solo apparentemente paradossale, in cui un elemento ha ragione di essere anche per la esistenza del suo complementare, concezione mirabilmente esemplificata dal dualismo Yin/Yang.

Ancora, possiamo aggiungere che sugli arti inferiori sono situati alcuni dei punti più importanti per la ricerca del benessere e per le applicazioni marziali delle Discipline interne, e tra questi ricordiamo Zusanli (Stomaco 36), Taichong (Fegato 3), Yong Quan (Rene 1) e Kunlun (Vescica 60).

Molti praticanti, nella esecuzione delle forme, focalizzano la loro attenzione sulla posizione e sul movimento della parte superiore del corpo, trascurando colpevolmente quanto avviene dalla vita in giù e dimenticando uno degli insegnamenti del Patriarca Chang San Feng: “Le radici (i piedi)  devono essere ben salde a terra in modo che il Chi appena generato salga lungo le gambe, sia controllato dal “canale cintura” (il meridiano straordinario Dàimài) e trasmesso attraverso le dita delle mani” (clicca QUI per leggere l'articolo).


Cercare il movimento nell'immobilità

Come sanno bene i praticanti delle Discipline interne, e come spesso ci ricorda il Maestro Severino Maistrello, III^ generazione stile Fu, allievo diretto del Gran Maestro To Yu e Direttore Tecnico della WFSA, semplice non è sinonimo di facile, ed in realtà è vero esattamente il contrario, tanto che uno degli obbiettivi che dovrebbe porsi ciascun praticante dovrebbe essere proprio rendere il proprio gesto tanto apparentemente semplice e naturale quanto ricco e complesso.

Cosa c'è di più semplice che rimanere fermi? Apparentemente nulla, eppure basta provare per rendersi contro che dopo poche decine di secondi rimanere immobili è quasi impossibile, che il nostro corpo si lamenta con crampi e pruriti, che i nostri arti sembrano dotati di una volontà indipendente dalla nostra, che la mente vaga rendendo difficile il concentrarci nel “qui ed ora”.

Ecco quindi che scopriamo come – attraverso un “non agire” come può essere il mantenere una semplice postura – possiamo in realtà esercitare non solo la volontà e la concentrazione, ma anche scoprire molte cose di noi. 

E non a caso, nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy sono comprese diverse modalità di pratica utili a perseguire questo scopo, dalle posture statiche del Tom-ma al Qi Gong del Palo Eretto, sino all'esercizio detto “Cavallo che dorme in piedi”, tanto efficace che si dice che mantenere questa posizione per soli cinque minuti equivalga a dormire per mezz'ora.

In questo articolo analizzeremo proprio il Qi Gong del Palo Eretto; non è il primo articolo che dedichiamo a questa pratica e – probabilmente – non sarà neppure l'ultimo. Non certo perché manchino gli argomenti da trattare ma piuttosto perché questa è una pratica fondamentale, nel senso etimologico del termine, per le Discipline Interne (e non solo).


Qi Gong del Palo Eretto

Vi sono diversi esercizi che compongono la serie del Qi Gong del Palo Eretto; alcuni di questi sono di fatto universali, altri hanno particolarità specifiche per ciascuno Stile o Scuola.

Nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy sono compresi diverse sequenze di Qi Gong che si focalizzano sulle posture statiche con una serie di esercizi che – come spesso accade – hanno nel nome l'indicazione della loro essenza: Abbracciare l'albero, la Fenice apre le ali, la Tartaruga prende il sole, sostenere il Cielo, l'Aquila spiega le ali, le mani nell'acqua.

Si tratta di esercizi che hanno diverse finalità, dallo sviluppo della potenza interna al rinforzare ed allungare i tendini, dall'alleviare i problemi alla colonna vertebrale come ernie o prolassi all'apportare diversi benefici al corpo.

Anche se gli esercizi di Zhan Zhuang hanno come primo obbiettivo il costruire una postura corretta, realizzare una struttura armoniosa e focalizzarsi su un equilibrio  stabile, questo lavoro persegue anche altri traguardi, meno evidenti, meno veloci da raggiungere ma altrettanto importanti.

Durante l'esercizio dello Zhan Zhuang, l'agopunto Bai Hui (Vaso Governatore 20) situato nella parte superiore della testa si connette con il Qi celeste, mentre i due punti Yong Quan (Rene 1) situati sotto la pianta dei piedi) si unisce al Qi della terra ed i due punti Lao Gong (Pericardio 8) al centro delle mani si aprono al Qi naturale intrinseco del corpo.
 
Si dice che durante la pratica dello Zhan Zhuang i nervi delle articolazioni del ginocchio ricevano una forte stimolazione che si traduce nell'attivazione del vero Qi, che col tempo fa riscaldare il corpo, mentre le mani provano una sensazione di espansione, intorpidimento e formicolio. Grazie ad una pratica costante e attenta il Qi negativo che causa disturbi come deviazioni posturali, malattie fisiche e stress mentale viene espulso, solitamente attraverso la sudorazione.
 
Uno delle zone corporee su cui bisogna portare la nostra attenzione durante la pratica dello Zhan Zhuang sono sicuramente le piante dei piedi. Una grande quantità dei nervi del corpo è concentrata nelle piante dei piedi, conosciute come il "secondo cuore" o la "base del Jing e del Qi". Attraverso lo Zhan Zhuang ci focalizziamo anche sul punto terapeutico Hui Yin (Vaso Concezione 1) ubicato nel perineo, in modo da favorire la circolazione del Qi nei meridiani, in particolare in Du Mai e Ren Mai.

Il famoso poeta e farmacologo cinese Su Dongpo (1037-1101), descrisse gli effetti di questo metodo di coltivazione del Qi con queste parole: "Il suo effetto potrebbe non essere sentito inizialmente, ma accumulato nell'arco di 100 giorni (nel tempo), i suoi benefici non sono quantificabili. Rispetto alla medicina normale il suo effetto è cento volte tanto ".

Non solo Qi

Come abbiamo affermato prima, il primo obbiettivo è quello di raggiungere un equilibrio stabile attraverso la pratica, e questo traguardo non deve essere visto come limitato all'aspetto fisico ma deve essere perseguito globalmente. Se quindi è limitante fermarsi al solo aspetto fisico della pratica, è altrettanto inopportuno dedicarsi solo all'aspetto energetico, trascurando gli effetti sul nostro corpo.

In altre parole, sebbene la posizione del Palo Eretto stimola la produzione e circolazione del Qi, è bene ricordare che questo è un fenomeno naturale e una reazione del corpo durante la pratica. Sentirlo ma non essere in grado di controllarlo significa che non possiamo portarlo alla luce e utilizzarlo nella maniera più opportuna. 

Dobbiamo sempre ricordare che, sebbene le Discipline Interne come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pa Kua Chang coltivino il Qi interno, con il termine "interno" non ci riferiamo solo ai meridiani, al Qi, allo Shen o al Jing ma anche alle ossa, ai muscoli, ai tendini, ai legamenti, agli organi ed ai visceri.

Fin dall'inizio del nostro percorso, la pratica delle Discipline Interne coinvolge tutte queste componenti fisiche, e di conseguenza lo Zhan Zhuang, indipendentemente dal lavoro sul Qi, deve comportare una azione sui muscoli, sui tendini e sulle ossa, oltre al corretto allineamento delle varie componenti posturali. 

Le zone principali da rilassare ed estendere sono le spalle e il bacino/anche, ed il modo migliore di verificare i progressi della nostra pratica è porre le braccia a semicerchio e mantenere la posizione per un tempo prolungato. Maggiore sarà il tempo in cui noi riusciremo a mantenere la posizione e maggiore sarà il grado di scioltezza e rilassamento che avremo raggiunto. 

Altro segno di progresso è la capacità di scaricare a terra il peso del nostro corpo attraverso i muscoli della parte posteriore delle gambe, rilassando i muscoli della parte anteriore che – se coinvolti in maniera inadeguata – possono causare dolore e problemi al ginocchio.