Tra quantità e qualità

Ieri come oggi, chi vuole troppo e troppo presto è destinato a rimanere deluso, un osservatore superficiale scimmiotterà in maniera superficiale gesti e atteggiamenti senza coglierne la loro profonda essenza e non comprendendo quindi la necessità dell'impegno richiesto per giungere alla essenza.
In uno dei primi libri tradotto in italiano dedicato al Tai Chi Chuan e scritto negli anni ‘70 da una praticante francese, il capitolo che illustra le ipotesi sulla nascita dell’Arte, il suo sviluppo, la sua ostracizzazione nel periodo della Rivoluzione Culturale maoista e la sua successiva riabilitazione si conclude con queste parole: “… il Tai Chi Chuan si va diffondendo sempre di più in Occidente, dove sta raggiungendo una popolarità quasi pari a quella dello Hatha Yoga, il che non sempre va a beneficio della qualità dell’insegnamento”.

Nonostante tutta la diplomatica cautela che normalmente adottano gli autori (e gli editori…) il messaggio non poteva essere più chiaro, anche se apparentemente contraddittorio; da una parte c’è una qualificata insegnante che impegna le sue energie per far conoscere la disciplina che insegna al maggior numero di persone possibile, dall’altra parte la stessa insegnante sembra quasi temere l’avverarsi del progetto a cui si è dedicata.

In realtà non c’è nessuna contraddizione, e chiunque abbia chiaro il panorama di questi ultimi anni non potrà che concordare con il caveat lanciato oramai mezzo secolo fa.

Semplice, ma non facile

E’ uno degli ammonimenti che Sifu Severino Maistrello – Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy e successore del Gran Maestro To Yu -  ripete più spesso nel corso di stage, seminari e corsi di formazione: la (apparente!) semplicità di una tecnica o di un movimento non deve ingannarci circa la sua profondità e non deve quindi farci che sia altrettanto facile da riprodurre con efficacia.

Come ben sanno non solo i praticanti di Arti marziali, ma tutti coloro che si dedicano ad un qualunque lavoro – manuale o intellettuale che sia – chi riesce a raggiungere in maniera fluida e rapida il risultato desiderato ha quasi sempre centinaia di giorni di esperienza ed un numero incalcolabile di errori alle spalle. Certo noi oggi rimaniamo estasiati da come un artigiano decora un manufatto in ceramica con rapidi e precisi colpi di pennello, siamo affascinanti dai movimenti veloci e precisi di un vetraio che da una informe pasta incandescente ricava un vaso di cristallo, siamo quasi ipnotizzati dallo scultore o dal falegname che sembra quasi liberare un opera d’arte a colpi di martello e scalpello da un blocco di marmo o di legno, ma come sempre accade, dietro quello che appare, c’è molto di più.

Tranne pochi talenti naturali, tutti gli altri hanno un solo modo per affinare le proprie qualità e migliorare i propri risultati: praticare con costanza ed attenzione, curando ogni particolare e affinando ogni passaggio. Una pratica fatta di infinite ripetizioni di gesti mai uguali a se stessi, in cui la differenza tra giusto e sbagliato è a volte fatta di pochi centimetri o qualche grado di inclinazione, invisibile agli occhi di un osservatore esterno.

In una società in cui si vuole tutto e subito, in cui pubblicità truffaldine promettono grandi risultati con minimo sforzo, in cui il merito sembra essere sempre meno considerato, chi persegue un tale percorso di automiglioramento appare – agli occhi di molti – un perditempo o un illuso.

Per tutti, ma non per tutti

Appare così evidente che discipline come il Tai Chi Chuan, il Bagua Zhang o il Qi Gong siano alla portata di tutti, ma siano poi pochi coloro che le praticano come meritano, gli altri affrontando tecniche ed esercizi come una sorta di ginnastica esotica, da abbandonare magari dopo qualche mese per dedicarsi a qualche altra routine più alla moda.

Certo rotocalchi e televisione  – tranne qualche lodevole eccezione – non hanno aiutato; abbiamo visto e letto troppi servizi in cui, con descrizioni a dir poco approssimative, venivano proposti esercizi per dimagrire, per combattere l’ansia, per dormire meglio o per migliorare la postura. Tutti risultati a cui certo possono contribuire  discipline come il Tai Chi Chuan, il Bagua Zhang o il Qi Gong, ma solo grazie ad una pratica costante e consapevole, diretta da insegnanti qualificati e certificati (clicca  QUI per l’elenco dei centri autorizzati dalla WFSA).

Purtroppo o per fortuna – lo ripeteremo sino alla noia – non esistono scorciatoie e chiunque si illuda del contrario è destinato, per bene che gli vada, a perdere tempo correndo dietro a chimerici risultati che potrà solo illudersi di ottenere.

E così, chi scrive ha più volte ascoltato Sifu Severino Maistrello paventare questo rischio, anche lui mettere in guardia su una eccessiva “volgarizzazione” della pratica del  Tai Chi Chuan, Bagua Zhanh o Qi Gong, che oggi sembra quasi ripercorrere i passi di un secolo fa, quando in Cina – per scelta politica – queste discipline ammantate per secoli di un cauto riserbo e protette da una trasmissione attenta, vennero semplificate, svuotate del loro profondo contenuto filosofico e proposte come una sorta di semplice ginnastica popolare.

Molti furono coloro che si prestarono a questa scelta scellerata, altri – come il Gran Maestro Fu Chen Song si trasferirono all’estero, spesso ad Hong Kong, pur di non sottostare a questo diktat che di fatto fece quasi del tutto tabula rasa di tradizioni, esperienze e lignaggi.

Anche per questi motivi non tutti i praticanti contemporanei – anche se vantano titoli altisonanti o chilometrici curriculum - sono in grado di realizzare o trasmettere il vero metodo e l'essenza di queste Discipline. Le generazioni passate apprezzavano il loro patrimonio, lo custodivano attentamente e non lo passavano facilmente a un'altra persona, se prima non erano più che certi della sua affidabilità.

Tai Chi Chuan, Bagua Zhang, Qi Gong come anche Moxa o On Zon Su  rappresentano oggi come un tempo una essenza distillata nei secoli, giunta sino a noi grazie anche aattenzione con cui è stata traghettata nel tempo e nello spazio da chi ha saputo come, quando ed a chi trasmetterla. Come un prelibato liquore perde il sapore via via che viene annacquato, come una squisita pietanza vede stravolto il suo gusto dalla aggiunta di ingredienti inopportuni, così queste discipline sono giunte sino a noi solo grazie ad una trasmissione attenta ed oculata, perché Arti così complesse e profonde possono essere pienamente comprese solo da praticanti puri nelle loro intenzioni e determinati nella loro ricerca.

Ieri come oggi, chi vuole troppo e troppo presto è destinato a rimanere deluso, un osservatore superficiale scimmiotterà in maniera superficiale gesti e atteggiamenti senza coglierne la loro profonda essenza e non comprendendo quindi la necessità dell'impegno richiesto per giungere alla essenza. 

Ieri come oggi e come sempre, chi voglia accogliere la vastità dell'oceano non ha che da avvicinarci con il palmo delle mani aperto perché se prova a stringere il pugno non potrà che trattenerne poche gocce.