Diamo i numeri!

Al pari delle lettere, anche i numeri – nella loro veste grafica – hanno una storia lunga ed affascinante; come è facile immaginare, il primo modo di rappresentare per iscritto un numero è stato quello di tracciare tante linee quanta la quantità da registrare, come ancora avviene per i primi tre numeri in Cina, Giappone e l'Oriente.
La capacità di contare, e quindi di distinguere la quantità degli oggetti che maneggiamo o osserviamo è una delle caratteristiche che probabilmente più distinguono l'uomo dagli altri animali.

Questa caratteristica è alla base di tutte le attività umane, dal commercio alla ingegneria, e se oggi a noi appare tanto naturale da darla per scontata, basta andare indietro nel tempo anche solo di qualche centinaio di anni per comprendere quanto al progresso della capacità di “contare” abbia corrisposto lo sviluppo della nostra società.

Anche in questo caso, come per precedenti articoli, non sarà possibile trattare gli infiniti aspetti di un simile argomento in maniera compiuta, e ci limiteremo quindi a quanto pià da vicino riguarda la pratica delle nostre discipline, senza però tralasciare qualche curiosità che pensiamo possa essere interessante.


Numeri, quantità, ma non solo...

Tutti noi sappiamo che i  numeri servono per contare, ovvero per definire la quantità di oggetti uguali o simili oppure per indicare la posizione di un singolo elemento all'interno di un insieme omogeneo. Al pari delle lettere, anche i numeri – nella loro veste grafica – hanno una storia lunga ed affascinante; come è facile immaginare, il primo modo di rappresentare per iscritto un numero è stato quello di tracciare tante linee quanta la quantità da registrare, come ancora avviene per i primi tre numeri in Cina, Giappone e l'Oriente.

Altrettanto noto è che molti numeri rivestono in molte culture significati che vanno aldilà del mero significato quantitativo. Tanto in Oriente che in Occidente, molti numeri hanno un significato simbolico particolarmente evidente, e alcuni di loro sono considerati particolarmente fortunati o sfortunati, tanto da condizionare in maniera anche abbastanza invasiva le attività quotidiane di molti di noi. Solo per citare un paio di esempi tra i più conosciuti, tutti noi sappiamo quanto il numero 13 ed il numero 17 siano presenti – nel bene e nel male – in tanti aspetti delle nostre attività. L'ascensore di molti grattacieli, le file di sedili di aerei e cinema spesso non riportano questi numeri, l'accoppiata con giorni della settimana come il venerdì sono considerate ancor più fortunati o sfortunati (a seconda delle varie superstizioni) e molte più persone di quante si possa immaginare  - sulla base del vecchio principio “non ci credo ma non si sa mai”, fissano la data di alcuni eventi importanti della loro vita come matrimoni, acquisto o vendita di casa, inaugurazioni di attività lavorative ed altro, evitando accuratamente certi giorni.

Cosa dicono i Cinesi

Le discipline comprese nel curriculum tecnico del Vecchio stile Fu affondano le loro radici nella cultura e nella filosofia cinese, e per questo riteniamo interessante dare una rapida occhiata ai numeri considerati particolarmente fortunati o sfortunati in Cina, anche per evitare involontarie gaffe in caso di rapporti o colloqui con Maestri e praticanti che provengono da quei territori. Ricordiamo sempre che la Cina è un paese immenso, popolato da diverse decine di popoli diversi, ciascuno con tradizioni, credenze ed abitudini diverse, e quindi quello che vale per uno può non valere per l'altro, quindi quanto riporteremo di seguito ha un valore indicativo e generale che può non essere condiviso in particolari territori o culture.

Tutto ciò premesso, possiamo dire che in Cina sono considerati come numeri fortunati:
lo 0 零 líng (se in numero insieme ad altre cifre), che indica totalità e una somma di denaro terminante con tale cifra è considerata fortunata;
il 2 二 èr, che viene considerato come fortunato, sostenuto dal detto cinese "Le cose buone arrivano a coppie", per questo motivo quando si fa un regalo (tipicamente frutta o sigarette) meglio dare un numero pari di oggetti;
il 3, 三 sān, poiché suona in cinese simile alla parola nascita 生 shēng;
il 5 五 wǔ, difatti associato agli elementi primordiali (acqua, fuoco, terra, legno e metallo), all'imperatore della Cina e la porta Tiananmen dalle 5 arcate della Città proibita;
il 6 六 liù, ritenuto fortunato soprattutto negli affari poiché richiamante i concetti "flusso" 流 liù ;
il 7 七 qī, che suona in cinese simile a "sorgere" 起 qǐ e "essenza vitale" 气 qì ed è importante nei buoni rapporti umani;
l'8 八 bā, ritenuto il più fortunato in quanto simile al simbolo d'infinito e poiché echeggiante di "prosperità" e "ricchezza ". Più numeri 8 ci sono e meglio è: per questo l'88 viene considerato portatore di doppia gioia e il numero 88888888 è il più desiderato come numero di telefono o di targa.  A questo proposito ricordiamo che la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino fu fissata l'8 agosto 2008 (08/08/08) alle 8:08 e 8 secondi (ora legale) e che le Torri Petronas (in Malaysia) hanno ciascuna 88 piani.
il 9 九 jiǔ, che auspica un lungo matrimonio ed è legato alla mitologia cinese dell'imperatore.

Invece, i numeri che in Cina sono considerati sfortunati sono:
lo 0 零 líng, se nel numero non vi sono altre cifre esso indica il nulla;
il 4 四 sì, è considerato segnale di cattivo auspicio perché simile come suono alla parola morte 死 sǐ;
il 5 五 wǔ, poiché indica una negazione, assomigliando molto a 无 wú (particella usata per dire -non). Il suo significato diventa variegato quando è in un numero accompagnato da cifre diverse: il 54 indica nessuna morte, mentre il 53 nessuna nascita.
Sempre per fronteggiare la cattiva sorte, in alcuni palazzi residenziali cinesi sono omessi i numeri dei piani 13 e quelli contenenti la cifra 4 (4, 14, 41,49, ..).

Come possiamo vedere, alcune corrispondenze le abbiamo anche qui da noi, ad esempio anche in molte parti di Italia il 4 è considerato un numero sfortunato perché ricorda i portatori della bara o i ceri posti intorno al feretro durante la veglia funebre, evocando quindi l'idea della morte, mentre il 7 è considerato propizio e simbolo di completezza e totalità, riallacciandosi alle sue tante espressioni naturali: i colori dell'arcobaleno, le note musicali, i giorni della settimana e tanto altro ancora.

I “numeri” delle discipline interne

Come abbiamo detto in precedenza, le  discipline comprese nel curriculum tecnico del Vecchio stile Fu affondano le loro radici nella cultura e nella filosofia cinese e presentano quindi interessanti rapporti con alcuni numeri. Alcune caratteristiche sono legate in maniera generale a tutte le discipline, indipendentemente dalle Scuole o Stili di provenienza, altre sono più strettamente riferite alle discipline sistematizzate dal Gran Maestro Fu Chen Song e giunte fino a noi grazie al Gran Maestro To Yu ed al Maestro Severino Maistrello, suo discepolo interno e successore di terza generazione.

Come nella maggior parte delle culture, i primi tre numeri sono considerati il fondamento stesso della creazione di tutto ciò che esiste; ciò è vero tanto nel Genesi biblico che nel Tao Te Ching, dove – al capitolo 42 – leggiamo: “Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due,il Due generò il Tre,il Tre generò le diecimila creature.” Ecco quindi che dal Tre si sviluppa tutto ciò che noi possiamo vedere (e non vedere...), il tre non a caso è considerato il “numero perfetto”, quello che tutto contiene e da cui tutto ha origine, e basti qui ricordare – a titolo di esempio – i tre tesori della medicina tradizionale cinese  (leggi QUI l'articolo) oppure i tre stadi della pratica delle nostre discipline (leggi QUI l'articolo)  come anche le tre modalità di pratica, legate a Gru, Tigre e Serpente. 

Collegato al numero cinque c'è il già citato riferimento agli Elementi costitutivi dell'universo, quel Wu Xing che tanta parte ha nella filosofia e simbologia delle tecniche comprese nelle nostre discipline (leggi QUI l'articolo) ; dal cinque al sei il passo è breve, e la citazione non può che essere per i “Sei Suoni Segreti”, pratica di Qi Gong che unisce movimenti del corpo e vocalizzazione di parole con l'obbiettivo di generare una vibrazione nel corpo per mantenere la salute e curare le malattie (Leggi QUI per maggiori approfondimenti). 

Ma sei sono anche le “armonie esterne”, ovvero il legame tra le articolazioni superiori con quelle inferiori (polsi/caviglie, gomiti/ginocchia, spalle, anche) che sono alla base dei movimenti e delle tecniche che pratichiamo. Inoltre sei è “due volte tre”, una duplicazione del numero perfetto, il tutto che si specchia riflettendosi in sé stesso, dando origine a qualcosa di “uguale ma diverso”, come spesso sottolinea il Maestro Severino Maistrello, e crediamo non sia un caso se le ripetizioni degli esercizi che riguardano la parte superiore del corpo siano sei, o un multiplo di questo numero.

Dal sei passiamo all'otto, uno dei numeri forse più presenti e diffusi nella filosofia e nella cultura orientale; tantissimi gli esempi, dal Ba Gua (leggi QUI l'articolo)  con i suoi otto trigrammi al suo essere alla base del I Ching, uno dei principali testi sapienziali di tutti i tempi (leggi QUI l'articolo). A questi noi possiamo aggiungere gli esercizi degli “Otto pezzi di Broccato” (leggi QUI l'articolo)   e gli otto meridiani straordinari (leggi QUI l'articolo), senza dimenticare che la pratica fondamentale del Tai Chi Chuan del Vecchio stile Fu è incentrata sulla “Forma Lunga” meglio indicata come “Forma 88”, dove il numero è da intendersi come “otto volte otto”, richiamando esplicitamente i legami con il Ba Gua e lo I Ching prima citati.

Siamo arrivati al nove, e nel Vecchio stile Fu questo numero è legato alla pratica di “Aprire le nove porte”  (leggi QUI l'articolo) ma anche agli esercizi di alchimia interna dei “Nove Piccoli Cieli” del Tai Ki Kung, millenario culturale patrimonio compreso nel curriculum tecnico della nostra Scuola. Al pari di quanto già detto per il sei, il nove è tre volte tre, quindi una perfezione che diventa sublime ripetendosi per tre volte. Gli appassionati di filosofia occidentale penseranno al mitico Ermete Trismegisto (tre volte Maestro), i praticanti del Vecchio stile Fu ricorderanno invece che nove è il numero di ripetizioni degli esercizi che coinvolgono la parte bassa del corpo, con cui usualmente comincia la pratica delle nostre discipline, a ricordarci che “chi ben comincia è a metà dell'opera”.

Come abbiamo detto in apertura, ci sarebbe ancora tanto altro da dire, ma lasciamo la scoperta di altri e più interessanti particolari all'impegno ed alla curiosità di chi vorrà dedicarcisi, con l'invito sempre rinnovato di rivolgersi da insegnanti competenti e certificati (Clicca QUI per l'elenco) per essere accompagnati sulla Via che abbiamo deciso di percorrere.
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